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Decembrio doesn't mention Alfonso's donation of the emblem; this is only attested in Castelli (1572), as far as I can tell. I also don't know where Beltrami gets Gian Galeazzo's use of it - this also seems unsupported.
Here is Decembrio, with notes -
XXX. De vexillorum eius imaginibus.
Vexillo primum gentili ac bipartito aquilarum viperarumque discrimine, deinde paterno usus est, quod a Francisco Petrarca editum plerique prodidere, hoc in preliis uti consuevit, turturis figuram preferente in solis iubare. Post diademate, palma et lauro illustri, non vexilla modo, sed preclara domus sue decoravit.
Imprese inscritte sulle sue bandiere
Usò dapprima l’impresa di famiglia: bipartito d’aquile e di vipere; quindi quella paterna – da attribuire, nell’opinione dei più, a Francesco Petrarca – con colomba in un nimbo di sole: ed era la sua usuale in battaglia. Poi, oltre alle bandiere, fece decorare anche le zone nobili di palazzo con un’impresa formata da una corona, un ramo di palma e uno di preclaro alloro.
(Elio Bartolini, ed. and trans., Vita di Filippo Maria Visconti, Milano : Adelphi, 1983; p. 70)
At first he used the family emblem: bipartite eagles and vipers; then that used by his father – given to him, according to many, by Francis Petrarch – with a turtledove in a solar nimbus, and this was his usual one in battle. Afterwards, he decorated not only his standards, but also his palaces, by a crown with illustrious palm and laurel.
The Zanichelli Muratori footnote to this passage on the crown with palm and laurel (Attilio Butti, Felice Fossati, Giuseppe Petraglione, eds., Petri Candidi Decembrii: Opuscula Historica; Rerum Italicarum Scriptores / Raccolta degli Storici Italiani, t. XX, parte I (Bologna: Zanichelli, n.d. [c. 1925]), pp. 138-139):
Passo cit. da Töchon d’Anneci, Notice sur une médeaille de Philippe-Marie Visconti duc de Milan, Parigi, 1816, p. 6 no. 2, a proposito delle due palme della medaglia ; da Carta, Codici ecc., cit., p. 34 n. 1 di p. 33, ove riafferma che il monogramma IHS sormontato dalla corona è a ritenersi una vera impresa di Filippo Maria : egli ne iniziò l’uso ne’ codd. Viscontei. Il C. avverte inoltre, p. 79 n. 2, che, mentre, secundo questo luogo del Decembrio e l’esempio di molti codd., della corona dovrebbere far parte un ramo di palma e uno di lauro, i miniatori, per ignoranza e per capriccio, si contentavano di dipingere due rami talvolta fantastici. E ancora è cit. il Decembrio da Mugnier, op. cit., che, p. 31, tra gli emblemi e le divise da Filippo Maria usati volontieri mette « la couronne ducale de laquelle s’échappent un rameau de laurier ou d’olivier aux fruits bruns et une palme à fruits rouges », e, p. 48 n. 1, ripete come il monogramma I.H.S. sormontato da corona ducale fosse da lui inaugurato e usato spessissimo ; per la medesima corona sormontante un ornamento e da cui partono a destra e a sinistra gli stessi rami, usata come fregio d’un foglio del cod., ib., p. 57. Per le imprese di Filippo Maria nella basilica di Monza, compresa quella della corona con rami di palma e di olivo e col motto « a bon droit », Venturi, Storia dell’arte italiana, vol. VII, parte I, Milano, 1910, pp. 287 sg.. Per il monogramma PIII sormontato dalla corona con due rami d’olivo e di palma in qualche moneta, Giulini, Memorie ecc. cit., VI, p. 413, cf. p. 206; per un elmo coronato con due rami, olivo e palma, in un’altra moneta, ibidem; per una moneta recante l’arme ducale inquartata con la biscia e l’aquila e, sopra, due rami dip alma, ib., p. 412; per uno stemma con corona ducale e fronde di lauro e d’olivo, Sant’Ambrogio, Colonna votive con tabernacoletto ecc., in Archivio storico Lombardo, n. XIX, 1892, f. III, pp. 675, 681, cf. infra, cap. LI, nota. Leggiamo in Castelli, Compendium vitae Principum et Ducum Mediolani, del 1512, ms. Ambrosiano N 295 A, f. 41 v, che da re Alfonso e fratelli liberati, Filippo Maria dono recepit coronam cum palma et olive decoratam, cum privilegio quod tam ipse quam future Mediolani duces possent has palmam et olivam in summitate coronae ducalis portare.
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